
#NonSiamoPacchi è una campagna di informazione e di denuncia sulla condizione di centinaia di persone che hanno richiesto la protezione internazionale e che attendono una decisione sulla competenza del Paese dell’Unione Europea che deve esaminare le loro istanze.
Vogliamo che arrivi forte e chiaro il senso di abbandono di chi vive nelle condizioni di “dublinato”.
Lo facciamo con una lettera in prima persone delle vittime del Regolamento di Dublino, indirizzata alle più alte istituzioni in materia di diritto civile e costituzionale; raccontando le storie delle persone dietro le procedure, i casi emblematici dell’ingiustizia del sistema Dublino che stiamo sostenendo con raccolte di firme e iniziative.
Lettera dai dublinati
Siamo cittadini stranieri, in Italia anche da diversi anni e ci sentiamo vittime di un sistema secondo noi sbagliato, che ci considera dei pacchi invece che delle persone.
Siamo richiedenti asilo, provenienti da paesi quali la Palestina e l’Iraq, il Libano la Siria prevalentemente. Paesi nei quali rischiamo la vita in prima persona, ci sono conflitti armati che ci impediscono di vivere una vita normale, di studiare, di lavorare e di avere una famiglia.
Le nostre vite non sono vite di scarto, siamo richiedenti asilo in cerca di protezione.
#WeAreNotPackages #NonSiamoPacchi
I Dublinati
Rimpallati tra Paesi UE, Tribunali, uffici pubblici, in una condizione di costante precarietà, la vita dei richiedenti asilo viene messa in attesa, schiacciata sotto la pressa della burocrazia. L’applicazione del Regolamento può ritardare la presentazione delle domande, generando richieste d’asilo che non vengono mai prese in considerazione.
Il Regolamento di Dublino, inadeguato e ingiusto
Redatto all’interno della Convenzione di Dublino nel 1990, con successive modifiche fino all’attuale Dublino III (2013/604/CE) 2013, regola l’individuazione dello Stato membro competente per la valutazione delle domande di protezione internazionale.
Il sistema si basa su un principio immutato anche rispetto ai due regolamenti precedenti: il primo Stato membro in cui si fa richiesta di asilo, o in cui vengono acquisite le impronte digitali, è responsabile della richiesta d’asilo di un rifugiato. Il quadro che ne scaturisce, con la pressione sugli stati alle frontiere più esterne, è ormai evidente a tutti: nello scenario sociopolitico internazionale attuale, profondamente mutato da quello del 1990, il Regolamento ha mostrato tutti i suoi limiti.
Nuovo Patto Europeo sulla Migrazione e l’Asilo. Quale solidarietà?
Il 23 settembre la Commissione Europea ha presentato un Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Un documento che, se approvato dal Consiglio e dal Parlamento Europeo, influenzerà le politiche migratorie europee per i prossimi cinque anni.
Le storie delle persone oltre il Regolamento di Dublino.
Dietro ogni ingiustizia del sistema c’è una persona e insieme a lei una intera comunità, un intero sistema sociale ferito dal Regolamento di Dublino.
Petizione Salviamo M.dalla deportazione
M. rischia di essere deportato in Iraq entro la fine di quest’anno. Chiediamo di permettere che la richiesta di M. sia esaminata con completezza dalle autorità italiane, anche per ricongiungersi con suo fratello, rifugiato qui in Italia.
Chiediamo il vostro aiuto, per convincere le Autorità italiane a prendere in carico la richiesta di protezione di M. che la Danimarca ingiustamente ha chiuso, e fermare il suo rimpatrio.

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“Pronto, Giovanna, sono M., mi hanno portato in Danimarca, sono in prigione, aiutatemi!”
Editoriale Domani
«Se mi rimpatriano rischio la vita»
Il grido di dolore di M. 28 anni, richiedente asilo “dublinato” che rischia di essere rimpatriato in Iraq il 27 gennaio
Nel 2017 M. aveva chiesto protezione internazionale all’Italia dopo aver lasciato la Danimarca che ne aveva rigettato la sua istanza di protezione. M. è però tornato in Danimarca nel settembre scorso, su ordine del ministero dell’Interno italiano.
In the EU, asylum seekers are moved from one country to the other under the Dublin III Regulation under the assumption that all Member States are equally safe. The story of M. reveals a more complex reality, which is likely to remain unchanged.